2007

Manca l’informazione. Quella seria…

di Vincenzo Andraous

E’ di questi giorni la polemica sulla pubblicazione di alcune intercettazioni telefoniche, e soprattutto su come è condotta la televisione di stato.
“Un oltraggio alla civiltà del diritto” è stato sentenziato, un’offesa alla dignità della persona coinvolta ingiustamente, è stato affermato.

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La speranza

Lettera 128
di Ettore Masina

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Fine d’anno 2007: mentre cerchiamo di rendere le nostre case più allegre e festose, con sorrisi di parenti e di amici e voci di bambini, la cronaca appende ai nostri alberi di Natale certificati di comparizione in tribunale e bollettini medici di prognosi riservata. Provo a elencare: a Bali, ancora una volta, Wall Street e Bush hanno deciso che la Terra può andare in malora purché l’industria americana non debba ridimensionare i suoi profitti; in non poche nazioni, compresa la nostra, i sistemi politici sembrano da rottamare per eccesso di astuzie (o credute tali); la società italiana – ci avverte autorevolmente il Censis – è ormai mucillaginosa, cioè disgregata e confusa; nel nostro paese riprendono slancio gli amanti del nucleare, eccetera eccetera. Fatti incontrovertibili, descrizioni dell’oggi, impietose ma non esagerate; e tuttavia c’è di peggio, a me sembra, e il peggio riguarda il futuro: da cattedre molto autorevoli veniamo avvertiti che la speranza è una patologia mentale se non porta un bollino di garanzia da esse rilasciato. Nella sua recente enciclica il Papa esclude che le speranze umane abbiano un vero valore se non si fondano in Cristo, e – forse senza saperlo – Salman Rushdie, scrittore fra i più importanti della nostra epoca, gli risponde che le speranze proposte da quelli che egli sprezzantemente definisce “i preti” sono inganni micidiali e pesti fondamentaliste.
Il messaggio che si ricava da questi interventi è dunque che la speranza sine glossa – quella dei bambini, degli analfabeti, dei poveri, dei poeti, degli atei (tali per estenuazione, per scandalo o, più semplicemente perchè nessuno gli ha mai parlato di Dio), – è stupidità, miopia culturale o rimbambimento. Che ve ne pare?

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Il profeta dell’innovazione

E’ uscita una biografia di Joseph Schumpeter, dal titolo “Il profeta dell’innovazione” per i tipi di Mc Graw, l’autore è Thomas K. Mc Craw, profesore emerito di business history alla Harvard Business School. Il libro si fa apprezzare per essere la prima biografia sull’economista austriaco. Nell’interpretazione dell’autore forse prevale un eccessivo accento sugli aspetti di esagetici del capitalismo, mentre rimane sottovalutato il debito verso il pensiero marxiano. La ricchezza ed il dettagli di notizie ne fa comunque una lettura preziosa per chi ancora voglia interessarsi alla analisi del capitalismo. Una lettura da condurre in parallelo con la biografia di Keynes, consiglio Robert Skidelsky, John Maynard Keynes, Bollati Boringhieri 1989, a mio avviso più puntuale e meno agiografica delle altre. Questo per consentire e costruire un parallelo fra due grandi del pensiero economico del novecento.
Grandi quanto diversi fra loro. Sotto il profilo psicologico, tombeur de femmes Schumpeter spesso in preda a profondi stati depressivi, gay il secondo, sempre in controllo dei propri stati d’animo. Lo sguardo analitico radicato nel lungo periodo di Schumpeter, si scontra con la famosa sentenza keynesiana, che ci da’ tutti morti nel lungo periodo. Eppure nonostante queste differenze, li unisce una straordinaria convergenza nei giudizi di alcuni passaggi cruciali dell’epoca.
Del lavoro su Schumpeter, segue una traduzione parziale del capitolo che McCraw dedica all’esperienza governativa di cui il nostro fu protagonista per alcuni mesi del 1919.

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